“[...] Veronica Simeoni è stata la gradevolissima sorpresa della serata. [...]“
di Amfortas
Veronica Simeoni è stata la gradevolissima sorpresa della serata. In una parte – quella della gitana Azucena – in cui i mezzosoprani tendono spesso a equivocare il carattere del personaggio, trasformandolo in una specie di incrocio perverso tra una Santuzza sguaiata, un’ Ulrica delirante e una Carmen uterina. Nulla di più sbagliato! La Simeoni intanto ci ha restituito una Azucena giovane, madre, e poi zingara. Una gitana sì, ma che è pur sempre una donna che ha subito soprusi e violenze di ogni tipo, che l’hanno portata a gesti estremi.
E allora è stato bello e interessante ascoltare il duetto della lama con Manrico, in cui il desiderio di vendetta era insinuato (sino all’elsa accentato e scandito quasi in trance, ma privo di digrigni di denti) ma non apertamente ostentato.
Soprattutto la Simeoni, che non ha voce torrenziale, ci ha evitato quella sgradevolissime note gravi di petto che forse appagano i palati di un certo pubblico ma che sono così brutte da sentire.
Una prestazione artistica maiuscola, che non potrà che crescere con le prossime recite.
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