Gestualità articolatissima condotta sui singoli e ancor più sulle masse, apice inarrivabile la monumentale scena dell’accampamento, resa un portentoso pezzo da musical dove le masse son fatte muovere con un’articolazione di sbalorditiva fluidità, frammiste a otto mimi-ballerini che terremotano tutta la lunga scena portandola quasi al parossismo: e al centro, Preziosilla-Simeoni. Che avrebbe cantato superbamente lo s’ipotizzava, ben conoscendone bellezza timbrica, tecnica scaltrita, musicalità, doti eccelse di fraseggiatrice. Ma si resta basiti nel vedere Veronica ballare con una flessuosità, un’eleganza e uno scatenamento simili, tra un accenno di danza del ventre e un vorticare sopra le braccia dei mimi mentre sciorina trilli, volatine, duine e quartine di liquida scorrevolezza, prima d’un Rataplan sommesso, nevrotico, tutto un brivido ritmico che è traduzione sonora di occhi sbarrati in visioni angosciose di guerra e di morte.